PADRENOSTRO

Durata: 2h

Genere: Drammatico

Regia: Claudio Noce

Cast: Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi, Mattia Garaci, Francesco Gheghi, Anna Maria De Luca, Mario Pupella

Origine: Italia

Distribuzione: Vision Distribution

Trama:
Il film è ambientato nel 1976 a Roma ed è tratto da una storia vera. Una pagina fra le più cupe della nostra storia recente, quella del terrorismo degli anni ’70, raccontata per la prima volta senza l’ossessione del realismo e della fedeltà scrupolosa ai fatti. Il punto di vista scelto da Claudio Noce è quello di un bambino di 10 anni, una visione sempre più favolistica, un’estate che coincide, oltre che con l’attentato che ferì il padre vicequestore, anche con la scoperta dell’amicizia e dello stesso rapporto con padre. In realtà è quanto visse veramente Noce con la sua famiglia, raccontata con grande sensibilità e originalità, per dar voce finalmente anche alla generazione dei figli, una lettera d’amore al padre per fare i conti con una ferita ancora aperta, con il rimosso, con la paura.

Valutazione pastorale:
Al suo terzo lungometraggio (suo è “La foresta di ghiaccio”, 2014) e con incursioni anche nella serialità televisiva (“Non uccidere” e “1994”), Claudio Noce ha portato alla 77a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia una storia personale, che attinge alle pagine più intime della propria famiglia. È “Padrenostro”, un dramma che esplora il clima degli anni di piombo a Roma, esattamente l’anno 1976, quando il padre, il vicequestore Alfonso Noce, rimane ferito in un attentato terroristico. Prendendo le mosse da tale avvenimento, il regista ritorna liberamente sulla storia raccontandola nella prospettiva di un bambino di dieci anni, Valerio (Mattia Garaci), chiamato a confrontarsi con l’irruzione della violenza nel proprio mondo. Accanto a lui un amico inaspettato, il quattordicenne Christian (Francesco Gheghi), adolescente ruvido fino all’arroganza, che si fa tuttavia ben volere da Valerio conquistandone la totale fiducia: il rapporto tra i due cresce e si consolida in occasione del ritorno della famiglia nella natia Calabria. Punto di forza del film è sicuramente l’interpretazione vigorosa e realistica di Pierfrancesco Favino, che per questo ruolo ha vinto la Coppa Volpi a Venezia77, ma l’opera deve fare i conti con una sceneggiatura non priva di incertezze. Se la messa in scena iniziale risulta notevole e coinvolgente (ottima la ricostruzione, la fotografia e la componente musicale), soprattutto per il grande lavoro che il regista fa con i giovani interpreti, così come l’intenzione di mostrare la durezza degli anni di piombo attraverso l’innocenza dell’infanzia, nel corso della narrazione però qualcosa scappa di mano: vengono meno i necessari ancoraggi nella struttura narrativa, che rischia di sbandare sul finale in maniera confusa tra realtà e fantasia.